ASS. ESPOSTI AMIANTO


 


 


 


 


 

 

 

Il grande impianto industriale abbandonato a sè stesso da decine di anni è formato da 5 enormi capannoni con tetti interamente in amianto, materiale cancerogeno stoccato in grosse quantità anche all'interno assieme a bidoni di olii industriali esausti, lana di vetro ed altre amenità.Si parla di coperture in ethernit per centinaia di metri quadrati a due passi dal centro di Belluno, una situazione gravissima per la quale Palazzo Rosso non ha mai voluto muovere un dito, dato che l'area è al centro di speculazioni funzionali al potere, di destra e sinistra. Già nel 2004 alcuni attivisti che avevano occupato l'area bardin per reclamare spazi sociali per l'autogestione nella provincia di Belluno, hanno denunciato "la massiccia presenza di amianto in fase di sbriciolamento (con conseguente dispersione nell’area delle polveri) sui tetti, e di grosse quantità di olio esausto nelle immediate vicinanze del torrente Ardo che scorre a fianco". Durante la campagna elettorale del 2006, a situazione immutata nonostante le insistenti richieste dell'A.R.P.A.V per una bonifica totale dell'area, dopo anni passati senza prendere in considerazione il problema tutti i candidati sindaco pongono come punto fondamentale del loro programma la rimozione dell'amianto dai capannoni dell'ex-bardin. Gli attivisti che occuparono l'area nel 2004 mettono in guardia dalle boutade elettorali e nel contempo ribadiscono la pericolosità della "bomba chimica" con un'azione diretta che rallenta il traffico in prossimità della zona per alcuni minuti: denunciati e multati per un totale di più di 40.000€, vengono poi assolti, ma negli anni delle amministrazioni De Col prima e Prade poi, nulla è stato fatto.